ICARUS è una performance coreografica che indaga l’idea di danza post-umana: chi danzerà quando l’uomo non ci sarà più? La coreografia si costruisce come eco di un linguaggio dimenticato — un gesto fossile che riaffiora in un mondo svuotato di umanità. Non è la storia di una caduta né una celebrazione del volo, ma l’attraversamento di una soglia: tra materia e assenza, tra gesto e glitch, tra rovina e luce. Nel mito di Icaro si cristallizza la hybris umana: il desiderio cieco di superarsi, fino all’autodistruzione. In scena, questo si traduce in un paesaggio instabile, immersivo, in cui luce, suono e corpo si fondono in un ambiente percettivo precario. Tutto si brucia, si sfalda… e resta solo l’abbaglio. L’abbaglio di un Icaro troppo vicino al sole: momento liminale tra ascesa e dissoluzione.