Bassam Abou Diab in scena con Pina My Love e Under The Flesh, 4-5 Febbraio 2023
How does the experience of imprisonment change a person perception of own body, movements and reactions?
In Pina My Love description I’ve written that the performance has been inspired by a personal Story, but I would like to punctualize that it is not my personal story. It’s an imaginary story. It’s a personal experience but of another person. I did a research about the torture making some interviews. I tried to understand more the effect, the impact on the bodies forced in a small place with limited movements. I discovered that, of course in this situation, the body start to be more close the movement start to be more heavy, everything start to be contract. In the same time this contraction, the whole things that the body do with its muscular system is something useful to survive, to be able to go further, to stay alive. It’s a kind of mechanism of defense that the muscular system does without consciousness. This is very interesting. We have a lot of prisoners in our area thousand of people and when I think about them, the first things that I felt was the urgency to read about this issues. I start to ask me: What will happen if I will live the same situation? Of course, because I’m a dancer, the first things in my mind was how my body will react. And I start to be a bit surprised undestanding how the body can be very smart, because the body can discover many ways to face this situation.
ITA
Nella descrizione di Pina My Love ho scritto che lo spettacolo è stato ispirato da una storia personale, ma vorrei precisare che non è la mia storia personale. È una storia immaginaria che però proviene da un’esperienza personale di altre persone. Ho fatto una ricerca sulla tortura facendo alcune interviste. Ho cercato di capire l’effetto, l’impatto sui corpi costretti in un luogo angusto con una ridotta e limitata possibilità di movimento. Ho scoperto che, ovviamente in questa situazione, il corpo inizia ad essere più chiuso, il movimento inizia ad essere più pesante, tutto inizia a contrarsi. Allo stesso tempo però questa contrazione, tutto ciò che il corpo fa con il proprio sistema muscolare è qualcosa di utile per sopravvivere, per poter andare oltre, per restare in vita. Il corpo produce una specie di meccanismo di difesa attraverso il sistema muscolare, senza averne una vera coscienza. Questo per me è molto interessante. Ci sono molti prigionieri nella nostra zona, migliaia di persone e pensandole la prima cosa che ho sentito è stata l’urgenza di approfondire questi temi. Ho iniziato a chiedermi: cosa succederebbe se vivessi la stessa situazione? Ovviamente, poiché sono un danzatore, la prima domanda nella mia mente è stata: come reagirebbe il mio corpo? Approfondendo l’argomento sono rimasto un po’ sorpreso nel capire come il corpo possa essere molto intelligente, perché scopre molte strategie per affrontare una tale situazione.
What kind of methodology did you use in the construction of the work?
Under the flash is also an imaginary story. When I start a work I try to write stories taking inspiration from some subject, specially political subject. But this political subjects is always something necessary for me or something that impacts my life and my questions upon the life. The firs question in the creation of Under The Flesh was: Why as a dancer I’m interested in these kind of movements? So I start to think about many things of my childhood and my life and I discovered that the thing that had impacted my body the most was the war, the sounds of the war. I think they are in my muscles, the war is still in my body memory. As a methodology I tried in this performance to connect each other three different materials in a continuous dramaturgy that is a conversation between storytelling (as a text and speaking), and movements (as a visual composition) and music, the sound connected with the text and with the movement. I tried to build them as a circular conversation with questions, answer, and another question and answer. Every time something happens it generates somenthing else. If we don’t hear that, if we don’t hear the sound for instance, there is no movement, and if there’s no movement, I can say anything like. What happens on stage is something similar to the domino effect, a chain of actions and reactions. However everything starts with that text. I find a topic and I follow it, the war and how the body can survive to it. Every time my work is connected to the deep fear about the life, about the safety. I write that text and the text makes me curious to understand the sound of the text, and the music makes me move. It’s also a kind of percussion that generates speech to give me an impulse. More than music they are impulses.
Under the flash è un’altra storia immaginaria. Quando inizio un lavoro cerco di scrivere storie prendendo spunto da qualche argomento, specialmente politico. Tale argomento è sempre qualcosa di necessario per me, qualcosa che incide sulla mia vita e sulle mie domande sulla vita. La domanda che mi sono posto nella creazione di Under The Flesh è stata: perché come danzatore sono interessato a un certo tipo di movimenti? Così ho iniziato a pensare a molte cose della mia infanzia e della mia vita e ho scoperto che la cosa che aveva colpito di più il mio corpo era la guerra, i suoni della guerra. Penso che siano nei miei muscoli, la guerra è ancora nella memoria del mio corpo. Come metodologia ho provato in questa performance a connettere tra loro tre diversi materiali in una drammaturgia continua che è una conversazione tra narrazione (come testo scritto e parlato), movimenti (come composizione visiva) e musica, il suono connesso con il testo e con il movimento. Ho provato a costruirli come una conversazione circolare, come fossero domande e risposte. Ogni volta che accade qualcosa genera qualcos’altro. Se non sentiamo il suono per esempio, non c’è movimento, e se non c’è movimento non posso dire più nulla. Quello che accade sul palcoè qualcosa di simile all’effetto domino, una catena di azioni e reazioni. Comunque tutto inizia con un testo. Ho trovato questo argomento, la guerra, e lo seguo chiedendomi come il corpo può sopravvivere ad essa. Ogni volta il mio lavoro è connesso alla profonda paura della vita, della sicurezza. Scrivo quel testo e il testo mi rende curioso di capire il suono del testo, e la musica mi fa muovere. È anche una specie di percussione che genera la parola a darmi un impulso. Più che musica sono impulsi.
What does it mean to dance in an authoritarian political context and what power does dance have to change facts and imaginaries?
For me dance, my dance it’s a political movement. The way in which I face an authoritarian system is dancing. I think that the body is a very strong element. With the body you are presence in space and time. This presence represent a real conflict. For istance, during the protests the most strong conflict is between bodies inside the places inside the cities. A body that faces a power is the most strong resistance. Furthermore when you move your body, you make the system afraid because it open people minds or makes society more open to accept something and this is dangerous for this kind of systems. When people understand their bodies, when people moves they escape also from the stereotyping constructed by the system which use for example the religion to limit the body and it is the way to make people less understand reality, because speaking through the body is more honest than using words. So dance is a political movement. Dance as a political movement. But for me, everything is political, maybe through the dance is more authentic.
ITA
Per me la danza, la mia danza, è un movimento politico. Il modo in cui affronto un sistema autoritario è danzando Penso che il corpo sia un elemento molto forte. Con il corpo sei presenza nello spazio e nel tempo. Questa presenza rappresenta un vero e proprio conflitto. Ad esempio, durante le proteste il conflitto più forte è tra i corpi all’interno di luoghi nelle città. Un corpo che affronta il potere è la resistenza più forte. Inoltre quando muovi il tuo corpo fai paura al sistema perché quel corpo apre le menti delle persone o rende la società più aperta ad accettare qualcosa e questo è pericoloso per un certo tipo di sistemi. Quando le persone comprendono il proprio corpo, quando le persone si muovono sfuggono anche agli stereotipi costruiti dal sistema che usa ad esempio la religione per limitare il corpo. Limitare il movimento è il modo per far capire meno la realtà, perché parlare attraverso il corpo è più onesto che usare le parole. Quindi la danza è un movimento politico. La danza come movimento politico. Ma per me tutto è politico, forse direi che attraverso la danza la comunicazione è più sincera.
Can you give me some keywords to deposit in our archive of desires related to the bodies on stage “Diafanie.Notes on the body”?
Roots. Because in my work, as a mover and choreographer not only I looking for the roots of a movements in the traditional dance, but every time I go in my deep, inside my body in my memories to create something new.
ITA
Radici. Perché nel mio lavoro, come performer e coreografo non solo cerco le radici di un certo movimento nella danza tradizionale, ma ogni volta vado nel mio profondo, dentro il mio corpo nei miei ricordi per creare qualcosa di nuovo.