Con Diario di un brutto anatroccolo, Factory coniuga il teatro e la danza a partire da un classico per l’infanzia di Andersen continuando l’indagine sul tema della diversità/identità e dell’integrazione attraverso un linguaggio semplice ed evocativo.
Un anatroccolo oltre Andersen che usa la fiaba come pretesto per raccontare una sorta di diario di un piccolo cigno, creduto anatroccolo, che attraversa varie tappe della vita come quelle raccontate nella storia originale, e compie un vero viaggio di formazione alla ricerca di se stesso e del proprio posto nel mondo e alla scoperta della diversità come elemento qualificante e prezioso.
La nascita e il rifiuto da parte della famiglia, la scuola e il bullismo, il mondo del lavoro, l’amore che nasce improvvisamente e rapidamente può scomparire anche per cause esterne non riconducibili a noi, la caccia e poi la guerra come orrore inspiegabile agli occhi di chiunque, tappe di un mondo ostile, forse, ma che resterà tale solo sino a quando il nostro “anatroccolo” non sarà in grado di guardarsi negli occhi e accettarsi così com’è, proprio come accade al piccolo anatroccolo della fiaba di Andersen che specchiandosi nel lago scopre la propria vera identità. Non bisogna nascondere le cicatrici accumulate nella vita, perché possono e devono invece diventare il nostro tesoro.
Uno spettacolo prezioso che ha portato la compagnia a calcare prestigiosi palcoscenici italiani e stranieri e ad affacciarsi al mondo del teatro e disabilità.
Miglior spettacolo, miglior regia, miglior attore, miglior drammaturgia, miglior scenografia, miglior musica originale e menzione speciale al 4th International Theater Festival of Children and Youth in Hamedan – Iran
Premio della Giuria città di Kotor e Premio Miglior interprete a Francesca De Pasquale al XXV Kotor Festival of Theatre for Children, Montenegro.