Oltre a un interesse puramente tecnico nel muoversi con la marionetta, c’è anche un interesse concettuale che riguarda un dialogo interno, una conversazione con un alter ego, immaginario o apparentemente reale. Leggendo un racconto di Edgar Allan Poe del 1932 intitolato “Le Duc de l’Omelette” ho iniziato a considerare l’idea di mettere in scena una conversazione con il diavolo, considerando quest’ultimo come demone interiore, un dialogo interno che potesse essere reso visibile chiedendomi chi sia l’alter ego a cui ci rivolgiamo e come interagisca con la percezione di noi stessi. Ulteriori conversazioni con altri artisti e colleghi mi hanno indirizzato verso il concetto di non-dualismo, dei modi in cui percepiamo il bene e il male e questo mi ha portato a fare delle ricerche sul mio retaggio indiano e sullo Shivaismo. L’aspetto più interessante che ne è scaturito è l’idea della contemplazione e dell’osservazione che riafferma il concetto di un pezzo meditativo in cui lo studio della lotta per l’equilibrio è l’obiettivo in sé. E forse l’intenzione è semplicemente questa, un’illustrazione o un ritratto, un’osservazione senza giudizio e un viaggio per trovare l’equilibrio o addirittura la pace.
“And one of the elders of the city said, Speak to us of Good and Evil. And he answered: Of the good in you I can speak, but not of the evil. For what is evil but good tortured by its own hunger and thirst? Verily when good is hungry it seeks food even in dark caves, and when it thirsts it drinks even of dead waters.
You are good when you are one with yourself. Yet when you are not one with yourself you are not evil. For a divided house is not a den of thieves; it is only a divided house. And a ship without rudder may wander aimlessly among perilous isles yet sink not to the bottom.”
Khalil Gibran
“E uno degli anziani della città disse: Parlaci del bene e del male. Ed egli rispose: Del bene che è in te posso parlare, ma non del male. Cos’è infatti il male se non il bene torturato dalla propria fame e sete? In verità, quando il bene ha fame, cerca il cibo anche nelle caverne oscure, e quando ha sete, beve anche alle acque morte.
Sei bravo quando sei tutt’uno con te stesso. Eppure quando non sei tutt’uno con te stesso non sei malvagio. Perché una casa divisa non è un covo di ladri; è solo una casa divisa. E una nave senza timone può vagare senza meta tra isole pericolose senza tuttavia affondare fino al fondo.”
Khalil Gibran