Quello di Charles Baudelaire in I fiori del male è un unico grande racconto “bucato”, fatto per immagini, con delle fratture in cui ognuno di noi può ritrovarsi, scovando delle fragilità condivise. La raccolta di poesie parla della bellezza dei corpi imperfetti, di personaggi ai margini della società che diventano nuovo creature magnifiche. Assonanza importante con il pensiero di Balletto Civile, che da sempre costruisce i propri lavori prestando i corpi a una narrazione lirica di protagonisti che sono anti-eroi (Michela Lucenti)
Les Fleurs, spettacolo che, riprendendo il noto titolo dell’opera di Charles Baudelaire, si concentra sul linguaggio poetico e sul suo impatto rivoluzionario sul corpo contemporaneo, corpo politico, in una visione di libertà e dialogo con la società civile. L’ambiente musicale è composto da Guido Affini, una partitura di suoni che diventa drammaturgia che nasconde e dissemina frammenti di Leo Ferrè, partiture elettroniche, e refrain subliminali lontani, colonne sonore dei sei personaggi in scena. Lo spettacolo, dotato di una ritmica narrativa determinata dai testi del poeta e da scritti originali, mette in scena un corpo a corpo tra la danza e l’atto poetico, come possibile riscrittura del mondo. Sei le figure in scena che rappresentano le tematiche cardine: il poeta, la bellezza, il tempo, la noia, l’esilio, la rivolta, la ferita, la città, e infine la poesia stessa. Lo spazio scenico spoglio e materico, accoglie i personaggi come in un’unica installazione luminosa e sonora, dove i corpi producono immagini forti che come tagli in una tela cercano di lasciare un segno grafico nella retina visiva di chi guarda, confondendo il sentire personale alla ferita condivisa della comunità.