ospitato con Fallen angels e Where you can find me, disappearence il 5 maggio, Teatro Biblioteca Quarticciolo
Il titolo della stagione è Vertigine. Cos’è per te una vertigine o vertiginoso?
La parola vertigine mi suggerisce uno stato corporeo, e quindi dell’essere (umano) tutto, che solca la dimensione dell’invisibile. Ha a che fare con una resa particolare del corpo e un abbandono alla spazialità, un concedersi all’ignoto che sento in definitiva come una profonda forma di liberazione. La sua musica è aerea, un vuoto d’aria, come un “levare” dei sensi. La vertigine è la possibilità di sentirsi viv3, nell’abbandono disarmato all’esserci, qui ed ora.
Che potere ha la danza di cambiare l’immaginario e/o di agire il mondo?
La danza come linguaggio sprovvisto di logos possiede un altro tipo di “parola”, meno immediata in termini di comunicazione informativa, ma veicolo di immagini percettive che hanno la possibilità di raccontare -oltre-, di smisurare le apparenze. Considerando ciò la trovo un campo di azione fertilissimo, per chi la mette in atto e per chi ne assiste, come strumento di elaborazione di pensiero. In quanto arte dal vivo poi essa agisce sul senso di comunità e sulle relazioni, nel micro e nel macro, dentro e fuori la scena.
FALLEN ANGELS è una sinfonia sui corpi che cadono nel presente. Qual è il risultato di questa caduta e come ripensi o reinventi il corpo di domani?
La caduta “diffusa” che cerchiamo in FALLEN ANGELS è slegata dalla temporalità logica di un possibile schianto o atterraggio. La materia del corpo che sta sulla scena è immersa in una “spazialità che cade” continuamente: un’infinita linea discendente e infinitamente attraversata da altre traiettorie incidentali che scompongono e dispiegano il corpo che la incontra. Esso smaterializza così la propria immagine di corpo singolo offrendosi come veicolo di una moltitudine, come campo di azione, conflitto e liberazione, di forze plurali e non individuali. Ecco allora che immagino un corpo capace di accogliere l’ambiente che incontra, trasformandosi adattivo, libero da abitudine e condizionamento.