Gli immaginari sembrano mondi inconsistenti, paralleli ed eterei, eppure hanno la forza radicale di penetrare i nostri corpi e orientare nel concreto le nostre realtà. Le parole, come le rappresentazioni, precipitano concretamente nella materialità delle cose con la potenza turbolenta di generarle. Quando dalla visione privata passano alla condivisione, l’energia è dirompente e la trasformazione è collettiva. Per scivolare dalla parte al tutto a volte però serve una scintilla, una breve scarica luminosa che possa far sentire nello stesso momento a una moltitudine la possibilità di cambiare il corso degli eventi. Stare insieme, allearsi per soffiare su una particella incandescente e farla divampare in mondi di straordinaria e intrepida bellezza.
Ogni spettacolo di questa stagione richiama alla necessità della mutazione, di rivedere la tradizione, di passare allo scanner luoghi comuni, aspettative, priorità. Allo stesso tempo ogni spettacolo ci trascina in un catalizzante viaggio trasformativo in sé, per non farci dimenticare che accanto al senso di impotenza esiste una dimensione plurale che chiama all’esserci, in tutte le sue forme, compreso quello del gioire insieme quando non ci appare più possibile.