Luna Cenere/Korper ospitata il 18-19 Marzo con Shoes on
Da dove nasce la ricerca di Shoes on?
Ho iniziato il processo con l’intento di approfondire dei materiali che avevo messo da parte durante la creazione dello spettacolo Zoé e uno dopo l’altro sono apparsi gli elementi che hanno dato completezza, unicità e compiutezza a questo oggetto, tra questi l’uso delle scarpe. Shoes on nasce con una premessa di coerenza e continuità che il processo stesso mi ha portato a tradire. Mantenendo una coerenza interna che definirei grammaticale, il lavoro si è sviluppato in una direzione che mi ha sorpreso e ho lasciato che queste contraddizioni emergessero trovando una loro logica interna.
Come dialogano in scena danza e atletica?
Entrambe dialogano proprio in questo discorso grammaticale in cui la ricerca sulle architetture del corpo è elemento fondante, una guida in grado di attraversare infinite correlazioni tra segni, gesti e posture. Noi riconosciamo i riferimenti ad un’altra categoria e l’altra e i corpi nel loro attraversamento finiscono per sfumare e annullare i confini tra queste definizioni concettuali, rendendole labili e rivelando una natura comune.
Come il surrealismo ha informato le posture e la partitura coreografica?
Le immagini surrealiste fanno parte del mio immaginario e questo inevitabilmente informa il processo creativo. La scena è il luogo in cui mi è concessa la possibilità di astrarre e simbolizzare il presente, i corpi, il tempo e la narrazione entrando in una dimensione onirica e provando a restituire emozioni che trovano la loro genesi oltre il visibile.
Come la danza rilancia gli immaginari sul corpo e quale corpo immaginiamo per domani?
Non parlerei di ‘corpo’ al singolare ma di ‘corpi’ per uscire fuori da una definizione e ampliare l’immaginario verso una pluralità che ne esalti le differenze piuttosto che omologarle. Con i miei progetti cerco di condividere proprio questo mio sentire. Per me sarebbe importante non domandarsi solo di cosa parla la coreografia di un determinato spettacolo ma rilanciare la questione sulla postura che si condivide in scena. Non si tratta quindi solo di danza ma di tutto ciò che si manifesta e si rivela degli stessi corpi. Abbandonare un immaginario legato ad una forma del corpo, a una bellezza da fruire, per dare spazio ad una consapevolezza e alla genesi di un moto interiore. Credo che questi due aspetti possano convivere e in questa convivenza mettere in discussione i termini di qualità ed estetica.
Puoi donarci delle parole chiave da depositare nel nostro archivio di desideri legati al corpo in scena Diafanie. Appunti sul corpo?
offrire/prospettive/ascoltare/corpi/sentire/complessità/posture