Nicola Cisternino ospitato con Billi il 5 Maggio, Teatro Biblioteca Quarticciolo
Il titolo della stagione è Vertigine. Cos’è per te una vertigine o vertiginoso?
Per me nel termine vertigine risiede un gusto rischioso e ribelle. Lo spirito si oppone alla gravità, desideroso di uno slancio, in fede che un esito diverso dalla caduta, sconosciuto, paranormale, si riveli. La vertigine cerca la frenesia dell’ ignoto, cosciente dell’eventualità di una metaforica morte istantanea, come motore per sottrarsi ad un senso comune predefinito.
Che potere ha la danza di cambiare l’immaginario e/o di agire il mondo?
La danza ha il dono di precipitarci nel corpo, di riconsegnare regalità alle sensazioni, di dare concretezza al presente. Rivolge lo sguardo agli infiniti paesaggi interni compiendo simmetrie con la realtà esterna. Ci spinge a domandarci quanti percorsi è ancora possibile tracciare per non perdere la prossimità ed affrancarci dai significati sovraimposti.
Billi è un’indagine sui sistemi di attrazione ed interazione performer/pubblico. Come si riflette tale relazione sul corpo in scena?
Billi vuole fare del corpo un simulacro, una finestra che apra il desiderio all’immaginazione ed ai sensi, a paesaggi lontani, cangianti e mutevoli, ad architetture presenti, ruvide, da accarezzare. Un lungo adagio in cui la carne, il respiro, il sangue ed il sistema nervoso continuano a mescolarsi mostrando all’occhio soluzioni alchemiche differenti.