Il punto di partenza di UMAK è il rapporto personale tra l’artista e la madre. Attraverso il movimento e i gesti corporei, la ricerca attinge ai ricordi immagazzinati nel corpo e nella carne. La performance è un duo che vede in scena anche la danzatrice Tamar Razin. Durante il processo creativo i performer hanno prestato attenzione alle sfumature e alle qualità che emergevano dai movimenti quotidiani, sui temi della cura e del sostegno reciproco. Anche la musica, composta da Omar Metoui, un musicologo marocchino di Tangeri, ha avuto un ruolo fondamentale nel dare forma all’opera, tracciando gli strati emotivi della coreografia.