Anteprima dell’ultimo lavoro del coreografo che con il termine “Aurunca” allude a una stazione ferroviaria dell’Italia meridionale (Sessa Aurunca), uno di quei tanti non-luoghi insoliti che ho attraversato. La performance è strettamente correlata a “Imbermoves”, un progetto fotografico che Aguirre dedica ad innumerevoli non-luoghi: spazi dimenticati come palcoscenici dove ha catturato autoritratti in movimento. Questo è stato l’innesco di Aurunca, un progetto tramite cui indagare la relazione tra le persone e il loro rapporto con la morte e i non luoghi. Sullo spazio scenico degli elementi traslucidi ricordano il dispiegarsi delle ali degli insetti attraverso tecniche di manipolazione degli oggetti.
La morte è un’idea a cui alcune persone pensano più di altre, ma a cui tutti abbiamo pensato almeno una volta. Pensare alla morte significa riflettere su qualcosa di cui non si ha alcun controllo, ma anche ristabilire delle priorità per riposizionarci nella vita. Non si tratta di accettare l’idea della fine e di danzare come automi verso la nostra scomparsa, ma di essere consapevoli che la scomparsa è musica e la vita la sua danza (José Francisco Suarez Lema).