Dove hanno tremato le placche si presenta come un presagio sfumato che nasce dalla relazione tra il corpo e l’archivio. Quella che viene agita è la testimonianza di un incontro, un susseguirsi di tentativi di comprensione, elaborazione e rimescolamento delle tracce del passato.
Dove hanno tremato le placche è anche un gioco di infanzia in cui ci si sintonizza con un tempo ciclico, dove memoria e presagio si confondono nell’immaginazione. Un limbo ironico abitato da presenze bizzarre, oggetti reduci della Storia, azioni e parole in cerca di meraviglia.
Leggi l’intervista a Valerie Tameu su DIAFANIE. Appunti sul corpo