Luisa nasce dall’incontro con una fragile donna di nome Luisa. Luisa cuce. Con cuore teso all’antica esplosione. Cuce se stessa all’aria che la circonda, per non sfilacciarsi lontana dal mondo.
Si affilia all’eterno continuo dei mulini a vento. Si aggrappa all’iniziale del suo nome per saettare verso lune di senso screziate a squarciagola, a ritmo di un baluginio, a cuor sospeso. Zigzaga come una stella smarrita in una costellazione chiamando a raccolta i frammenti sparpagliati di sé; li partorisce nel suo fazzoletto di cielo scontornato affinché rinvenga, il filo della sua vita.
Sospinta da un refolo canterino, Luisa lambisce i confini della sua Terra Promessa fino a squarciarli battagliera come La Libertà che guida il popolo di Delacroix. Luisa incarna La Fragilità che guida il popolo: un’adunanza di sfumature umane sempre cangianti e dissonanti nel loro divenire. Ma Luisa non sguaina verso il cielo la bandiera di una nazione, issa con disincanto la sua rosa.