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The real you è la costruzione di uno spazio dove poter ritrovare un valore essenziale, una realtà che potrebbe essere eterna. Quali sono le priorità che ci conducono a scoprire chi siamo o non siamo? È già deciso che esistiamo solo come risultato scientifico universalmente riconosciuto, o forse possiamo trovare un’identità al di fuori del modello cristallizzato di chi ha pensato la nostra di vita? Partiamo con un’indagine della comunità dove viviamo e che conosciamo meglio, e cerchiamo di non invecchiare sommersi da una moltitudine di prospettive teoriche. Cerchiamo in noi la determinazione per sottrarci alle regole che stabiliscono come dovremmo interpretare la vita sociale. Lavoriamo per trovare da noi stessi il nostro ordine e il nostro conflitto preferito. (Mauro Astolfi)
“Hai scoperto che cosa siete? Sei la proprietà, il conto in banca, i mobili, il tappeto, le idee, i litigi, i piaceri, le disperazioni, l’agonia della propria vita, la contraddizione, la rivolta, lo scontento, il desiderio che accada qualcosa di bello. Una vita così solitaria, isolata, in cui non c’è alcun rapporto, in cui non c’è amore, né bellezza, né vastità, né spazio. Questo è ciò che sei, e vuoi che continui, e continuerai se pensi che ne valga la pena. Cos’è dunque l’immortalità e cos’è l’innocenza? Può la mente che va avanti nella routine, nella stanchezza, nella disperazione, nella solitudine, con tutta la miseria e la confusione, essere innocente? Morire ogni giorno a tutto – e intendiamo a tutto, a ogni piacere e dolore, a tutta l’amarezza e il cinismo – morire ogni giorno liberamente, felicemente al passato, che significa non accumulare mai. Allora la mente è libera. Una tale mente è quindi consapevole.”
– Da un discorso in pubblico di Krishnamurti ad Amsterdam il 5 maggio 1969 –
Scopri l’intervista all’autore su DIAFANIE. Appunti sul corpo