Di fronte a noi, il sottosuolo. Una cavità buia e terrosa che ospita un ecosistema invisibile e operoso, composto da organismi impegnati nel complesso processo di costante connessione, scambio e trasformazione della materia. A partire dalle abilità sensoriali, percettive, cognitive e comunicative che costituiscono l’elemento di congiunzione tra i regni biologici, la creazione ULTRA offre una veduta su un mondo nascosto portando alla luce un processo trasformativo incarnato da due corpi elettrici, abitanti in transito e custodi di un archivio di saperi. L’atavica separazione tra umano e non-umano trova corpo nella visione scenica di una voragine contemporanea quale disincanto, crepuscolo e caduta dell’egemonia umana sul mondo, nel tentativo di ridefinire i confini tra i regni e ricucire le asimmetrie del presente. Nella stretta relazione tra corpo, suono, vocalità, luce e odori si sostanzia una trama drammaturgica tesa a interrogare l’umano e a proporre un inedito ordine di percezione. Includere nel nostro agire saperi, visioni, tempi e linguaggi “altri” ci permette di accogliere relazioni inattese e di aprirci a un nuovo possibile sistema di comunicazione che aspira a ridefinire il concetto stesso di intelligenza. ULTRA ci spinge a immaginarci ultra-umani, uniti in uno slancio di contaminazione collettiva, per riconoscere il potere rigenerativo delle relazioni tra le cose e percepire un’equilibrata e profonda organizzazione simbiotica del mondo.