Kavoc è un piccolo studio sulla misura e sulla sensibilità. Il lavoro è stato costruito immaginando una relazione inversa tra il movimento e lo spazio, dove le dinamiche e la sensazione del corpo vengono immaginate come proiettate da una parte all’altra del corpo stesso, come non ci fosse qualcosa al di fuori, come non ci fosse uno spazio in cui potersi muovere.
Kavoc è il corpo che restituisce a se stesso qualcosa, questa volta non un’immagine in movimento da mostrare all’esterno, ma un movimento per ricordarsi cosa ci muove, un ringraziamento e un tributo a una struttura che ci sostiene, che ci permette di sentire il mondo che ci circonda.