realizzato nell'ambito di Corpi In ascolto
Diafanie è un atlante di riflessioni legate alla corporeità che Orbita costruisce ogni mese con coloro che ne attraversano la scena. Una serie di appunti, senza pretesa di organicità e compiutezza, che tentano di complicare i discorsi per tratteggiare un manifesto utopico sul corpo di domani, una mappa di rifrazioni e riverberi relativi a cosa graviti oggi attorno alla parola “corpo”, di quali corpi abbiamo bisogno in scena e quali storture o semplificazioni non è più possibile accettare.
Secondo il filosofo Byung Chul Han la levigatezza è il segno distintivo del nostro tempo. La levigatezza non ferisce nè offre resistenza, procura soltanto una sensazione piacevole scollegata da qualsiasi profondità. Oggi il corpo si trova in uno stato di crisi – continua Byung Chul Han – la fede nella misurabilità e quantificabilità della vita domina l’epoca digitale che dissolve il corpo in dati uniformandolo ad essi. ORBITA la Stagione Danza, si muove in direzione contraria alla levigatezza, schiudendo piuttosto il conflitto, l’abrasività, le contraddizioni dell’esperienza umana. È nella ferita che si svela qualcosa, che ci scuote qualcosa. Il corpo, oggetto di ciascun spettacolo presentato, piuttosto che schermo organico, pacifico e levigato si offre come materia attraversata da questioni geopolitiche, sociali, pulsioni desidentanti e ribelli.
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