“C‘è qualcosa di necessario in un corpo che si muove. L’urgenza di ognuno emerge lottando contro limiti, paure, inibizioni. Lontano da una danza eseguita il corpo è consapevole e necessita solo di un vettore in cui incanalare la sua energia espressiva. Il vettore è chi si muove insieme a noi, attraverso cui percepiamo il nostro spazio, nella risposta ai suoi stimoli, nell’obbligo ad ascoltare, ad ascoltarci. Attraverso il lavoro sulla relazione, respiro, intenzione, risvegliamo una lucidità che ci permette di aderire profondamente alle sorgenti della nostra creatività. Sulla base di un percorso collettivo mettiamo il corpo al centro di tutto. Ripartiamo dal corpo. È questa lucida presenza l’obiettivo necessario ed essenziale della nostra pedagogia” Michela Lucenti
Corpo a(l) corpo è la restituzione pubblica di un laboratorio intensivo che la compagnia Balletto Civile rivolge a un gruppo di adolescenti con diverse neurodivergenze. Il progetto, realizzato in collaborazione con il reparto di Neuropsichiatria infantile del Policlinico Tor Vergata prende il via dai numerosi articoli che pongono l’attenzione sulla sofferenza psicologica della popolazione adolescente, soprattutto come conseguenza della pandemia. Mai come in questo periodo storico l’adolescente ha bisogno di ascolto per condividere senza vergogna i propri dubbi e le proprie incertezze, i propri sogni, senza paura di essere giudicato o di non essere all’altezza. L’intento del laboratorio è creare un terreno di confronto creativo iniziando dal lavoro sul corpo/voce e di auto-drammaturgia. Il teatro fisico è usato come un gioco serio attraverso cui indagare la relazione tra i corpi e sviluppare una concentrazione comune per promuovere la ricerca di bellezza, trovare la qualità del proprio fare e affinità nella prossimità.
Il progetto è realizzato con i fondi Otto per Mille Valdese e con il supporto del progetto Aita.