Flavia Dalila D’Amico: Un attacco In Levare in musica è posizionare l’accento su una nota debole, quel sospiro che ci allevia per un attimo da un continuo battere. In Levare però è anche ribellarsi, levarsi a rumore insieme. Per la tua vocazione e ricerca artistica, ti ritrovi più nella prima o nella seconda definizione?A cosa ti rimanda “In levare”?
Roberto Tedesco: In Levare mi rimanda ad una doppia possibilità, ai chiaroscuri, ad un ossimoro, alla facoltà di arricchire il punto di partenza. La possibilità di non focalizzarsi solo su un aspetto ma avere la capacità di sorprendere anticipando ciò che ci si sarebbe aspettato. Il vissuto mi etichetta come ribelle, a volte questa etichetta vorrei non portarla, a volte invece mi rendo conto che è l’unico modo per resistere. Credo sia questione di periodo della vita, pensando a me ora, levarsi a rumore mi suona abbastanza familiare.
FDD: Ci racconti qual è il rapporto tra parola, coreografia e consapevolezza nella tua performance?
RT: Decisione Consapevole è un lavoro che, se parliamo del materiale coreografico al suo interno, si basa sull’individuazione di quattro parole chiave: Intimità, Comunità, Isolamento e Comunicazione. La ricerca sulla singola parola ci ha visti in un primo momento improvvisare, in un secondo analizzare e prendere delle decisioni fino a dar vita ai singoli quadri che compongono lo spettacolo. Nel processo creativo, per evitare sessioni di improvvisazioni dove tutto vale, ho richiesto ai danzatori di scegliere consapevolmente la parola su cui lavorare e di trasformare in azione danzata qualunque idea fosse per lororelazionabile alla parola scelta. Oggi lo spettacolo propone un susseguirsi di scene definite e fissate, inoltre il tutto è stato avvolto da un’atmosfera che rimanda all’infanzia e all’adolescenza. Dunque se in un primo momento il pezzo voleva essere la trasformazione di un esercizio in un vero e proprio lavoro coreografico, oggi direi che mettiamo in scena un viaggio attraverso frammenti di vita passata, presente e, forse, futura.